Vi ho già presentato in precedenti articoli del blog, alcuni titoli della serie “I libri dell’orto”, nata dalla collaborazione tra la casa editrice Editoriale Scienza e l’Università di Padova che nel 2022 festeggerà il suo ottocentesimo anniversario. Queste pubblicazioni, pur nella loro diversità, hanno un protagonista in comune: il mondo vegetale. L’Università di Padova vanta infatti il più antico orto universitario del mondo (1545), con 3500 specie botaniche. Dopo Con le mani nella terra (Emanuela Bussolati, Ed. Scienza, 2019), Piante in viaggio (Pievani, Vico, ill. di Nicolò Mingolini, Ed. Scienza, 2019), Amicizie nell’orto (Mariapia De Conto, ill. di Silvia Mauri, Ed. Scienza 2020), è disponibile in libreria un nuovo entusiasmante titolo:
Voci dal mondo verde. Le piante si raccontano di Stefano Bordiglioni, con le illustrazioni di Irene Penazzi, Ed. Scienza, ottobre 2020.


Cosa succederebbe se le piante potessero parlare e raccontare il loro punto di vista e i loro segreti?
Parliamoci chiaro: essere scelto per fare l’albero di Natale non è un grande onore. Può sembrare simpatico essere addobbati con luci e lustrini per un paio di settimane, ma per noi abeti rossi questa è una specie di tragedia.
Questo è quanto potrebbero dirci ad esempio gli abeti rossi (Picea abies). Gli uomini li strappano dalle montagne per portarli all’interno delle case o nelle piazze, dove vengono addobbati per alcuni giorni per poi finire nel fuoco del camino. Sarebbe interessante ascoltare il Generale Sherman, una sequoia gigante (Sequoiadendron giganteum) situata nel Sequoia National Park, che è la più grande pianta vivente sulla Terra in termini di volume. Scopriremmo che i baniani (Ficus benghalensis) sanno benissimo di non essere amati dai loro vicini perché hanno il brutto vizio di allargarsi con le radici, togliendo spazio e luce alle altre piante.

Piante diverse tra loro prendono la parola in questo libro e si raccontano, svelando curiosità. I testi, nonostante la loro impronta narrativa, sono ricchi di informazioni scientifiche, capaci di coinvolgere il piccolo lettore.
Le mie bimbe hanno scoperto che la ninfea gigante (Victoria amazonica) è una pianta acquatica con foglie tonde galleggianti che con il loro diametro di tre metri, possono sostenere il peso di un bambino. Beatrice ha imparato che il fico strangolatore (Ficus watkinsiana) è un semi-epifita.
Considerato che le piante epifite sono tutte quelle che vivono su altre piante, io sono epifita a metà perché a un certo punto con le radici tocco terra: è in quel momento che, avvolto dal mio mortale abbraccio, il padrone di casa finisce per soccombere.
Ecco svelato il perché di questo insolito nome, fico strangolatore.Ginevra si è divertita a leggere che fiori come la strega della foresta (Rafflesia arnoldii) e l’aro titano (Amorphophallus titanum) emanano odore di putrefazione per attirare i coleotteri. Questi insetti s’illudono di poter banchettare sulla carne di qualche animale morto e invece hanno un ruolo fondamentale nell’impollinazione.
È incredibile scoprire come ogni pianta abbia la propria strategia per la sopravvivenza.
Le illustrazioni ben rappresentano lo spirito del libro. Non sono state eseguite infatti con un minuzioso rigore scientifico, ma lasciano spazio anche alla creatività dell’artista senza però discostarsi mai troppo dalla realtà.
Ho avuto il piacere di fare qualche domanda all’illustratrice, Irene Penazzi, che avevo già conosciuto lavorativamente per la sua opera Nel mio giardino il mondo (Terre di Mezzo, gennaio 2019). Condivido con voi la nostra chiacchierata virtuale.


Da quando è iniziata la tua passione per il disegno e come si è sviluppata negli anni?
I. P. Ho sempre amato molto leggere da bambina, e mi colpivano le illustrazioni dei libri di autori come Bianca Pitzorno e Roald Dahl, tra gli altri. Forse proprio perché, oltre ad essere divertenti e appassionanti, hanno in comune il mio illustratore preferito: Quentin Blake. Guardando le sue figure, copiandole, ho iniziato a pensare che avrei voluto fare anche io il suo mestiere, da grande: disegnare e raccontare storie.
Con questo grande sogno in testa, mi sono iscritta al triennio di Fumetto e illustrazione e successivamente al biennio di Illustrazione per l’editoria all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Ho svolto un periodo di studi Erasmus ad Amburgo, in Germania, per mettere a frutto lo studio delle lingue scelto alle superiori. E poi, ho partecipato a workshop e corsi estivi tenuti da alcuni tra i miei illustratori preferiti (tra i quali, Chiara Carrer e Violeta Lopiz).
“Dans le jardin” il mio albo di esordio pubblicato in Francia e successivamente in Italia con il titolo “Nel mio giardino il mondo” (Terre di mezzo Editore 2019), è nato e si è evoluto proprio come progetto di tesi biennale all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove mi sono laureata nel 2015.
Nei tuoi libri – in particolare in “Nel mio giardino il mondo” e in “Voci dal mondo verde” – la natura è protagonista. Ami trascorrere il tuo tempo nel verde anche nella vita di tutti i giorni?
I. P. Amo molto il verde in generale! Quando posso, cerco di passare del tempo in giardino, al parco, o in collina. Nonostante per lavorare passi quasi tutto il mio tempo in casa, alla scrivania, cerco di circondarmi il più possibile di natura e di verde. A volte, mi basta anche solo poter osservare il mio giardino dalla finestra!
Inoltre, mi piace molto evocare il tempo trascorso dall’infanzia fino a oggi in mezzo alla natura, dalle vacanze in montagna o al mare insieme a tutta la famiglia, alle gite domenicali, alle passeggiate o alle biciclettate in campagna, fino ai viaggi intorno al mondo, e condividerli nelle mie storie.


Concentrandoci sull’ultimo titolo che hai illustrato, “Voci dal mondo verde”, quale tecnica hai usato? E com’è stato illustrare un libro di divulgazione scientifica?
I. P. Ho sempre voluto cimentarmi in un albo di divulgazione scientifica, ed è stata una grande sfida ma anche una grandissima soddisfazione per me! Dico albo, perché in questo caso lo reputo proprio così: non del tutto albo, e non del tutto libro di divulgazione scientifica. Un progetto che ho trovato adatto al mio modo di narrare per immagini.
Sarà per il formato, per il carattere narrativo dei testi, semplici e interessanti, o proprio per seguire lo spunto iniziale dell’editore, io mi sono divertita molto a illustrare “Voci dal mondo verde”, proprio perché libera di giocare con i testi e le immagini, senza la forzatura di uno stile realistico, che è proprio dell’illustrazione scientifica (ovvero l’esame in cui all’università presi il voto più basso).
Mi piace molto informarmi e scoprire cose nuove sul mondo della natura, di cui, in famiglia, il vero esperto è mio fratello (e infatti è a lui che mi sono rivolta in molti casi), e sono suoi i libri su cui ho fatto ricerca. Mi piace realizzare disegni il più possibile fedeli alla realtà, non per forza realistici, che possano raccontare anche storie parallele al testo, per i più curiosi che avranno voglia di approfondire. Per esempio, in alcuni casi ho aggiunto degli animali; in altri, dei buffi personaggi.
Per realizzare tutti i disegni, ho utilizzato gli acquerelli e le matite colorate.
Voci dal mondo verde. Le piante si raccontano è un libro consigliato a partire dagli otto anni, a tutti quei bambini capaci di mettersi all’ascolto della voce della Natura.
Buona lettura!