Eccomi tornata da una festa…sono le sette di sera, no, non ho sbagliato, non devo appena andarci. E niente tacchi alti e vestito all’ultima moda, era la festa di compleanno di una compagnetta di Ginevra.
Quando noi mamme “andiamo a una festa” quasi sicuramente si tratta di una festa di bambini e all’orario in cui la maggior parte delle persone esce, noi stiamo lottando con le nostre bambine che ci dicono: “ancora una storia mamma” .
Essendo la decima sera di fila che leggiamo lo stesso libro, la storia ormai la sappiamo a memoria e la raccontiamo con un occhio chiuso e sulla strada del mondo dei sogni. E guai fermarsi un attimo perchè allora: “mammmaaaaaaaaaa, continua!“.
Ma quello che volevo raccontarvi è come è andata la mattinata nel tentativo di fare un video per la pagina facebook.
Sabato le bambine non hanno scuola e ovviamente alle sei sono entrambe in piedi. In quei momenti l’unica cosa che vorrei è poter farmi un caffè con la forza del pensiero, ancora non ci riesco, ma non smetto di provarci. 😉
In conclusione non resta altro che alzarmi e iniziare la giornata.
Finita la colazione l’idea di oggi è fare un video sui silent book.
“Bambine dieci minuti di silenzio per favore“.
E Beatrice decide di stare in silenzio e mettersi a colorare. Allora… i pennarelli stanno in un contenitore di plastica e ogni volta che Bea ne mette via uno lo lancia, quindi diciamo che l’effetto di sottofondo non sarebbe stato dei migliori.
“Beatrice puoi cinque minuti lasciare i pennarelli?“.
E messi via i pennarelli, Beatrice decide che vuole leggere uno dei libri che mi serve per il video.
“E va bene, aspetto ancora un po’, leggilo“.
Forse possiamo iniziare…uno, due, tre, via!
Comincio il video ed ecco che arriva Ginevra che non ha capito come fare matematica. Chiudo tutto e vado a fare matematica. Finiti i compiti ci riprovo.
Uno, due, tre, via!
Ma ovviamente a Bea scappa la pipì…cerco di capire se può aspettare un minuto, il tempo che finisco il video ma quando scappa, scappa. E allora fermo di nuovo tutto e vado a portare Bea a fare pipì. Basta, sono quasi decisa a desistere.
“Allora bambine, sedetevi dietro il telefono e fate finta di essere il pubblico”.
Uno, due, tre, via! Parlo il più veloce possibile in modo da ridurre al minimo il rischio interruzione e…ce la faccio. Non so bene cosa ho detto ma sono sicura che andrà benissimo. Lo riascolto e, nonostante qualche strana ombra e lo starnuto di Ginevra, direi che può andare.
Ed ecco come va una giornata di ordinaria routine, anche se per noi mamme di ordinario non c’è mai niente e molto spesso è difficile conciliare tutto e trovare il tempo per coltivare le nostre passioni.
Ma quando la sera rimbocco le coperte alle mie bimbe so che sono una delle cose più belle della mia vita e allora mi addormento e sogno…un viaggio nel paese dei libri e forse almeno nel sogno posso leggere senza interruzioni. 😉