Ho avuto il piacere di conoscere e fare qualche domanda a Piero Guglielmino, esperto di letteratura per l’infanzia, che ha potuto mettere in pratica l’amore per i libri nel suo percorso di papà-lettore insieme al figlio Luka.
Quando Piero parla di libri, subito si nota l’entusiasmo e la consapevolezza di ricoprire un ruolo importante come quello di “promotore di letteratura di qualità”, in quanto l’incontro dei bambini con i primi libri è una tappa fondamentale e decisiva per la loro crescita.
Un appuntamento che vi consiglio di non perdere è Come nasce un bambino lettore?, che consiste in otto incontri formativi tenuti a Trieste da Piero Guglielmino, per scoprire come nasce l’amore per le parole e le figure fin dai primi mesi e per acquisire gli strumenti per approcciarsi alla lettura con i propri bambini.
Intanto, se siete curiosi, leggete la sua intervista. 😉
Chi è Babbo Raccontami? Come è nata l’idea del blog e della pagina Facebook?
Babbo Raccontami sono io, un “babbo” che ama leggere e uno studioso di letteratura per l’infanzia.
Ho avuto la fortuna di diventarlo proprio quando mio figlio era ancora nella pancia della mamma, durante un corso universitario col professore Livio Sossi. Una grande fortuna quella di scoprire il mondo dei libri per bambini mentre si sta per diventare padre e poi mentre il tuo bambino sta crescendo. Da cinque anni il mio percorso di studioso è quindi parallelo a quello di papà lettore.
L’idea del blog nasce un giorno mentre sono in macchina con mio figlio, lo ricordo chiaramente, e penso a come poter condividere questa esperienza che sto vivendo come papà lettore. Un’esperienza che mi ha reso un papà migliore.
Leggendo a mio figlio sono diventato il papà che avrei sempre voluto essere, empatico, paziente, calmo. Quando leggo a mio figlio sono così e attraverso i libri si è creato un rapporto che forse non avrei avuto con altre modalità, come il gioco, le attività manuali, lo sport. Babbo Raccontami è nato come un diario, un luogo dove sto crescendo insieme a mio figlio grazie a questa esperienza che è la lettura.
Se dovessi completare la frase “leggere con i bambini è…” cosa diresti?
Leggere con i bambini è relazione.
E quindi che significato ha per te la lettura per e con i nostri figli?
Per dire cos’è la lettura per i nostri figli dovrei forse chiedere a mio figlio, ma possiamo dire che è un viaggio dentro e fuori sé stessi e quindi relazione col sé e col mondo.
Un bambino che legge, e intendo anche un bambino che ascolta i genitori, si mette in relazione con il libro, con il testo, le immagini, la voce che legge e con le storie raccontate. Per i bambini la lettura è un viaggio e una scoperta di sé e del mondo.
Leggere con i bambini è anche per me un viaggio, perchè leggendo scopro il bambino dentro di me, il bambino interiore che non dobbiamo mai dimenticare. Entro in contatto con la mia infanzia. E in secondo luogo è anche per me relazione.
Si impara tanto dai bambini, io non leggo con un bambino per insegnargli qualcosa ma perchè mi piace, mi piace stare con lui e leggere una bella storia.
Come inizia il viaggio nel paese dei libri con i nostri bambini?
Bellissimo quando dici “nel paese dei libri”, che è anche il titolo di un favoloso libro di Quint Buchholz edito da Beisler.
Il viaggio inizia nella pancia della mamma, durante la gravidanza.
In quei mesi la mamma e il papà possono leggere insieme e gettare le fondamenta di un legame d’amore. E questa usanza diventa per noi anche una palestra per leggere ad alta voce e per divertirci con le filastrocche che leggevano a noi da piccoli.
Poi il vero inizio, quello del bambino, è quando lui entra in contatto con l’oggetto libro, intorno ai sei mesi, ma anche prima, fin da subito, secondo me. Quando mio figlio era molto piccolo mettevo libri cartonati per terra ovunque, in modo che vedesse subito che nella sua casa il libro è qualcosa di importante, un oggetto quotidiano. Il vero viaggio dei bambini con i libri inizia quando il bambino li tocca, li annusa, li getta in aria, li mangia.
Adesso sono usciti diversi libri da leggere durante l’attesa come Canti dell’attesa di Sabrina Giarratana e Sonia Maria Luce Possentini edito da Il Leone verde..leggiamo quelli?
Sì, perché no. Quel libro è un ottimo libro soprattutto per la coppia, per le madri specialmente. Un libro che scalda il cuore di chi attende di abbracciare il proprio bambino.
Ma durante l’attesa io suggerisco sempre anche il miglior Gianni Rodari, o almeno questo è quello che ho fatto io, essendo cresciuto con le sue filastrocche e quindi amandole tanto. Ma ci sono tanti altri bei libri, soprattutto di filastrocche e poesia, che si possono provare. Sono 9 mesi in cui poter sperimentare tanto, e di certo non fa male!
Come scegliere i libri da proporre ai nostri bambini? Scegliere noi o lasciarli scegliere?
Io scelgo un libro se piace prima di tutto a me. I miei criteri sono la qualità del testo, delle immagini, la struttura del libro, la grafica, la copertina. E poi penso al bambino a cui leggo, una cosa che può sembrare banale ma credimi, non lo è. Ti faccio un esempio. Se la copertina è troppo luccicante, i materiali scadenti, già intuisco che non è un prodotto fatto per il bambino. Il testo deve avere un linguaggio a volte anche complicato, la scrittura “leggera” ma senza essere banale, intrisa di quella “leggerezza” di cui parlava Italo Calvino. Le illustrazioni non devono essere stereotipate, omologanti.
E ora ti parlo di Luka. A partire dai tre anni circa ha cominciato a mostrare una forte volontà di scegliere lui i libri e allora ho cominciato a chiedermi (e non ho più smesso) quale fosse la via più giusta, se continuare a scegliere io o lasciar fare sempre a lui. La mia risposta oggi, con Luka che sta per compiere 5 anni, è di continuare a scegliere per lui i libri più belli, libri con le ali. Mi conforta in questo il pensiero che mio figlio si fida di me e il nostro viaggio nelle storie continua a farci crescere ed è sempre più bello.
Sento anche il dovere di farlo come promotore di letteratura per l’infanzia di qualità. Mi piace pensare di aiutare mio figlio nella scelta o nella “costruzione” di una scelta, indirizzandolo verso i libri migliori.
Luka, come tanti bambini, spesso è attratto in libreria dai libri (Disney per dirne una) dei quali ha visto i cartoni. Allora gli dico: “Luka, tu quella storia la conosci già dal film che ti è piaciuto tanto. Che dici, non è più bello che rimanga dentro a un film?”. E allora andiamo insieme vicino agli scaffali bassi pieni di fantastici albi illustrati e lì lo vedo, mio figlio, con gli occhi sgranati, curiosi, che cerca il SUO libro, quello che lo conquista. Risultato: finora siamo sempre usciti da una libreria con un libro che ha scelto lui, un libro bello anche secondo me, e sì, lo ammetto, quasi sempre con almeno un altro libro che ho scelto io, ma questa è un’altra storia, una storia di papà e mamme (soprattutto voi mamme) che sono pazze per la letteratura per l’infanzia.
Quali libri non dovrebbero mancare nella libreria di un piccolo lettore?
Eccola la domanda impossibile! Ci provo… Di Rodari ho già detto. Facciamo dieci, ok?
Almeno uno da queste collane di Bohem Press: “I Bohemini” (Balena Serena il nostro prefrito), “I Bohemini-mini” e “I Bohemini-maxi”.
Il cofanetto Babalibri “Due topolini curiosi” di Leo Lionni.
“Liberatemi!” di Alex Sanders (Babalibri).
“Fortunatamente” di Remy Charlip (Orecchio Acerbo).
“Che cos’è un bambino” di Beatrice Alemagna (Topipittori).
E per finire un trio di classici: “Piccolo blu piccolo giallo” di Lionni (Babalibri), “Nel paese dei mostri selvaggi” di Maurice Sendak (Adelphi) e almeno un libro brulicante della serie delle stagioni di Rotraut Susanne Berner, da poco ripubblicati, dopo tanti anni di assenza, da Topipittori.
Ne ho detti dieci? Sì, ma devo assolutamente aggiungere “P di papà” di Isabel Minhós Martins e B. Carvalho (Topipittori), un libro che ha significato tanto per la mia paternità, e infatti è il primo libro di cui ho scritto sul blog.
Che ruolo hanno le immagini nei libri?
Sono altrettanto importanti del testo. Sono come le parole strumenti per narrare. Le illustrazioni sono racconto. Nei migliori libri le immagini non sono didascaliche ma arricchiscono il testo, a volte lo contraddicono, altre volte lo integrano, ma sempre devono essere in dialogo con tutto ciò di cui è fatto il libro.
Aggiungo che i bambini spesso colgono più dettagli dentro le immagini, riescono a leggerle senza filtri, in un continuo, magico stupore.
Se l’intervista vi ha incuriosito vi consiglio di andare a vedere il sito di Piero Guglielmino Babbo raccontami e la sua pagina facebookbabboraccontami dove trovate anche tutte le informazioni sui suoi incontri.