I libri sono uno strumento prezioso perchè permettono ai bambini di scoprire il mondo, ascoltare storie capaci di farli sognare ma aiutano anche noi adulti a dare voce ad argomenti che non sapremmo trattare diversamente. Inoltre le storie, soprattutto quando trattano un tema tramite simboli, similitudini e allegorie, arrivano in maniera più diretta al bambino, proprio perchè parlano il suo stesso linguaggio.
Un argomento che possiamo affrontare con l’ausilio dei libri è ad esempio la disabilità, con lo scopo di favorire l’inclusione.
Cosa significa questo? Significa aiutare i bambini a capire come interagire con i loro amici con bisogni speciali e incoraggiare quest’ultimi ad accettarsi e a trasformare i loro limiti in possibilità.
Vi riporto alcune riflessioni tratte da Educazione inclusiva. Riflessioni per una scuola e una società di tutti, per tutti, con tutti, elaborato da alcuni studenti di Scienze della Formazione e dell’Educazione dell’Università di Padova:
“Riteniamo che per cominciare a rendere possibile o incrementare l’inclusione già presente sia bene partire dalla base. Ognuno di noi, infatti, è così in quanto è stato educato in un determinato modo e per questo, se si educa all’inclusione fin dall’infanzia, si svilupperanno persone in grado di includere e di sentirsi incluse.
L’educazione inclusiva è intesa come il processo volto a garantire il diritto all’educazione per tutti a prescindere dalle diversità di ciascuno che possono derivare da condizioni di disabilità e/o svantaggio psico-fisico, socio-economico e culturale. Essa supera i confini della scuola e si proietta in ogni contesto, extrascolastico, informale, non formale, racchiudendo in sé tutti gli ambienti educativi.”
A questo proposito voglio presentarvi il libro Il pentolino di Antonino di Isabelle Carrier, uscito in Italia nel 2011 per Kite Edizioni.
Il titolo originale è La petit casserole d’Anatole pubblicato nel 2009 dalla casa editrice francese Bilboquet, particolarmente attenta ad aprire lo spirito dei più piccoli alla differenza, con libri che toccano il cuore.
Antonino ha sempre con sè il suo pentolino. Un giorno gli è caduto in testa e da quella volta non è più come gli altri.
Ha bisogno di molto affetto. A volte è quasi imbarazzante.
È molto sensibile e ha un grande senso artistico.
Adora ascoltare la musica. Ha molte qualità.
Ma a volte le persone non riescono a vedere oltre il suo pentolino e lo trovano strano. Il pentolino lo rallenta, lo blocca e lo fa sentire impotente. Allora si comporta male e viene sgridato.
Un giorno non ne può più e decide di nascondersi.
Antonino diventa invisibile finchè trova qualcuno che gli dà fiducia.
Gli mostra i suoi punti forti.
Lo aiuta ad esprimere le sue paure. E trova che ha molto talento.
Finalmente Antonino scopre le sue qualità, il pentolino non scompare, ma è più discreto, e Antonino può finalmente essere accettato.
Il testo è molto breve e le immagini sono semplici e stilizzate. Su uno sfondo bianco vengono rappresentati solo i contorni di Antonino, del suo pentolino e degli altri personaggi.
Il punto di forza del racconto è che Antonino non cambia, perchè non può liberarsi del suo pentolino, ma grazie all’aiuto di qualcuno che gli sta vicino riesce a emergere positivamente. Il pentolino può rappresentare qualsiasi disabilità o anche una caratteristica che in genere consideriamo negativa, come la timidezza che invece a volte nasconde grandi risorse.
Questo libro possiamo leggerlo proprio nel concetto dell’inclusione per far capire ai bambini e riflettere con loro su come ognuno di noi è speciale a modo suo.
Personalmente credo molto nell’importanza dei libri in questi progetti. I libri per bambini possono davvero essere dei ponti per unire e per costruire pagina dopo pagina persone capaci di andare oltre le apparenza.
Il pentolino di Antonino è adatto a partire dai quattro anni e può essere usato anche con bambini in età scolare.