“Questo saggio parla di confini, di migrazione, di povertà educativa; ma anche, e soprattutto, di come le biblioteche possono trasformare i territori, siano essi isole o periferie di grandi metropoli, e di come sia possibile cambiare la vita di bambine e bambini e rimettere in moto energie, entusiasmi e slanci proprio grazie ai libri, per trasformare il nostro mondo, in cui, nonostante la sovrabbondanza di strumenti e di modalità comunicative, sono cresciute le solitudini, sono venuti meno punti fermi e le norme consolidate.”
Con queste parole inizia il primo capitolo del libro I tesori della lettura sull’isola. Una pratica di cittadinanza possibile scritto da Elena Zizioli, con la collaborazione di Giulia Franchi, ed edito da Sinnos (marzo 2017).
Elena Zizioli è una Ricercatrice di Pedagogia Generale e Sociale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione all’Università degli Studi Roma Tre che ha dedicato una parte della sua ricerca al progetto portato avanti da IBBY Italia nell’isola di Lampedusa. Tale progetto, descritto in maniera accurata nel libro, vuole essere un esempio virtuoso di come le buone letture possono incidere in maniera positiva sulla vita di bambini e ragazzi che vivono in contesti marginali, non per forza dovuti alla posizione geografica.
Silent books. From the world to Lampedusa and back – questo è il nome dato all’iniziativa – inizia a vedere i suoi albori nel maggio 2012 quando un gruppo di soci IBBY si riunisce al Palazzo delle Esposizioni a Roma e decide di raccogliere i migliori silent books e di aprire una biblioteca per bambini migranti a Lampedusa. Attraverso un dialogo con la sindaca Giusi Nicolino si capisce meglio però la realtà del luogo: sull’isola ci sono almeno 1163 minori italiani e nessun luogo per la lettura. L’unica istituzione formativa è il complesso scolastico. L’obiettivo allora cambia e diventa quello di costruire una biblioteca che sia un punto d’incontro, di confronto e di crescita per tutti i bambini, italiani e non.
IBBY Italia chiede a tutti i paesi del mondo di partecipare. C’è una risposta molto calda e partecipata. Il progetto, gestito dalla sezione italiana, diventa internazionale assumendo un valore fortemente simbolico.
Nell’aprile 2013 alla Bologna Children’s Book Fair viene presentata al pubblico la prima collezione di silent books, inviati da tutto il mondo in tre copie: una per Lampedusa, una per la mostra itinerante ed una terza da tenere al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Fondamentali per la riuscita dell’opera sono gli IBBY Camp, ai quali possono partecipare volontari motivati che diventano dei veri e propri attivisti.
Gli IBBY Camp danno una nuova possibilità di incontrarsi e lavorare sul campo, uscendo dalla modalità narrata per entrare in una modalità di vera condivisione.
Oltre a sistemare gli ambienti e a catalogare i libri, durante i camp si organizzano letture e attività, e si allestiscono momenti di formazione e confronto, cercando di coinvolgere in maniera attiva le persone del luogo e in particolar modo i bambini cosicché il tutto non si esaurisca con la conclusione dei camp.
Oggi la biblioteca è una realtà viva dell’isola, sia perché esiste come struttura sia perché è un luogo frequentato, e del quale gli abitanti se ne prendono cura. Gli albi illustrati di qualità sono in questo caso un mezzo che permette ai bambini di ampliare i propri orizzonti, di conoscere anche altre realtà e di allenare il pensiero critico. I silent books permettono inoltre di andare oltre la barriera linguistica, creando empatia. L’obiettivo finale del progetto è quello di rendere i bambini e ragazzi del luogo i veri protagonisti del cambiamento, rifuggendo da un modello assistenzialistico, il quale difficilmente darebbe frutti a lungo termine.
Il progetto di Lampedusa è solo una delle tante realtà nelle quali è attiva IBBY.
Ma cos’è IBBY?
IBBY, International Board on Book for Young people, è un’organizzazione internazionale no-profit che ha lo scopo di facilitare l’incontro tra libri, bambini e bambine e ragazzi e ragazze. Attualmente è presente in 75 paesi del mondo.
IBBY Italia è la sezione nazionale attiva fin dal 1956 con un suo statuto e con sede a Bologna presso l’ex Sala Borsa in Piazza Nettuno. Attualmente il presidente è Silvana Sola. Per saperne di più su tutte le iniziative vi consiglio di andare al sito www.ibbyitalia.it/progetti.
Per capire meglio gli obiettivi e lo spirito che guida questa organizzazione vale la pena conoscere la vita della sua fondatrice: Jella Lepman, e per farlo possiamo leggere la sua autobiografia dal titolo Un ponte di libri che è appena stata ripubblicata nel mese di ottobre 2018 dalla casa editrice Sinnos, con la traduzione dal tedesco di Anna Patrucco Becchi.
Dice Christiane Raabe, direttrice della Internationale Jugendbibliothek di Monaco in un introduzione al libro:
Un ponte di libri è il testamento spirituale di Jella Lepman. In esso la fondatrice della Internationale Jugendbibliothek di Monaco di Baviera e dell’Internationak Board on Books for Young People (IBBY) racconta di come dopo la fine della Seconda guerra mondiale tornò riluttante in patria – lei che era stata perseguitata dai nazisti perchè ebrea -, trovando poi nella Germania distrutta la propria missione: contribuire a costruire per la nuova generazione che stava crescendo un mondo migliore e più pacifico.
Jella Lepman rimase vedova presto e dovette allevare da sola i suoi due figli in una Stoccarda sempre più avversa. Nel 1935, dopo aver perso il posto di lavoro a causa delle leggi razziali, decise di emigrare a Londra. Rientrò in Germania nell’immediato secondo dopoguerra con un incarico di responsabilità dato dalle forze di occupazione americana: doveva occuparsi delle donne e dei bambini devastati dalla guerra. Il suo compito era quello di ridare a speranza a chi si trovava ad aver perso tutto, dopo aver vissuto ogni tipo di atrocità. Jella Lepman era una donna straordinaria, piena di energia e capacità organizzative e convinta che per risollevare gli animi fosse indispensabile nutrire le menti. E cosa si presta meglio dei libri con belle immagini e parole a questo compito?
Nella Germania divisa saranno, quindi, i libri con belle figure a restituire i sogni infranti.
Concludo questo articolo con un albo illustrato che esprime tutta l’importanza di portare avanti le proprie idee.
Che idea! è scritto da Koby Tamara, illustrato da Mae Besom, per Nord-Sud Edizioni (novembre 2017).
Un giorno un bambino ha un’idea e inizialmente la guarda senza sapere cosa fare. A volte le idee possono fare paura, ci sembrano qualcosa di estraneo e vogliamo allontanarle. Ma loro ci seguono perchè in realtà fanno parte di noi.
… nella mia idea c’era qualcosa di magico. Devo ammettere che quando era vicina mi sentivo meglio e più felice.
Pian piano diventiamo amici di quell’idea e nonostante le critiche degli altri sappiamo che è NOSTRA e dobbiamo proteggerla, farla crescere e darle attenzione. Non è sempre un percorso semplice ma a un certo punto quell’idea prende il volo e diventa parte del tutto.
E mi sono reso conto che quando nasce un’idea…
puoi cambiare il mondo.
Non smettiamo mai allora di credere nelle nostre idee e insegnamo ai nostri bambini a farlo fin da piccoli, in modo che possano aver fiducia in loro stessi e nella loro capacità, passo dopo passo, idea dopo idea, di cambiare insieme il mondo… in meglio.